Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO. Analisi del quarto di finale di Coppa Italia “regalato” a Reggio Emilia e proiezione sul futuro. In seno alla società l’Orlandina archivia la partecipazione a Rimini alla rassegna tricolore che si chiude stasera e guarda avanti. «Una analisi cruda – dice il direttore generale Francesco Venza – dove i nostri “demeriti” sono maggiori dei meriti di Reggio Emilia che, dalla sua, ha avuto quel pizzico di esperienza che sia chiama Kaukenas che ha realizzato i canestri del -2 e del pareggio che hanno permesso la loro vittoria. Tutto quello che è rabbia, delusione o rammarico deve essere girato in positivo, dall’avere perso questa sorta di finale devi lavorare per riconfermare nel futuro prossimo, e anche quello più lontano, tutto quello che di buono si sta facendo».
Lei avrebbe chiamato, da tecnico, il fallo a 9″?
«Il nostro allenatore ha ordinato prima il fallo che è stato commesso a 9″, poi tutti i “filosofi” della pallacanestro possono discutere e fare congressi sulla decisione del nostro coach che, però, è quello che ci ha portati al quinto posto alla fine del girone di andata e che ci ha regalato una grande salvezza l’anno scorso e per il quale c’è la massima fiducia visto che è il nostro futuro e c’è grande voglia di riprovarci».
Nei quarti di finale, con le vittorie sfiorate da Orlandina e Brindisi, stava accadendo di tutto.
«Un grandissimo equilibrio e pochi scarti, avevo detto di recente di fare attenzione a Sassari che ha battuto Avellino che è la squadra che, forse, gioca la migliore pallacanestro e poi Brescia che ha eliminato Venezia».
Sono segnali in vista della ripresa del campionato e la volata playoff?
«Il torneo di Serie A è diverso. La storia della Coppa Italia è piena di grandi rimonte o di Davide che batte Golia. Da parte nostra ci sono, a partire da venerdì, dieci giorni lunghissimi prima di giocare contro Cantù e c’è tanta voglia di tornare subito in campo e di riscatto».
Un passo indietro: il ko interno contro Trento. «Che – ricorda Venza – è l’unica squadra a punteggio pieno dopo le prime quattro partite del girone di ritorno. Sono stati bravi a bloccare tutte le nostre fonti di gioco ed hanno meritato la vittoria che ha posto fine a quattro, bellissimi, mesi di imbattibilità interna».
Lei si era lamentato delle presenze al “Pala Fantozzi” nel girone di andata, i numeri hanno dato una conferma.
«Purtroppo l’Orlandina in Serie A è diventato un fatto ordinario e non straordinario e la gente sa che c’è e la può gustare quando vuole. Il rammarico della sconfitta con Trento aumenta perché le presenze di quella domenica, insieme alla gara inaugurale con Milano, sono state le migliori dell’annata».
Il paventato ritorno alle due retrocessioni dal 2018/19 e i palazzetti da 5.000 posti nei playoff dalla prossima stagione: come valuta l’Orlandina tutto questo?
«I meccanismi su come tornare a 18 squadre o restare a 16 con due retrocessioni devono essere frutto di un accordo tra Lega Basket e Lega Nazionale Pallacanestro che è in itinere e che va in discussione a breve. Logico che dal nostro punto di vista far disputare i playoff in un impianto da 5.000 posti l’anno prossimo o nel giro di pochissimo tempo ci preoccupa tantissimo».