Fabio Cavagna – La Provincia di Cantù
Da dove preferisce iniziare? Dal +43 dell’andata contro Cantù o dalla recentissima – e cocentissima – eliminazione nei quarti di finale contro Reggio Emilia?
Via il dente, via il dolore.
Dunque, la sconfitta in volata a Rimini con la Grissin Bon. Prego.
C’è ancora tanto rammarico per il modo in cui siamo usciti. Peccando di superbia, mi lascio andare nel sostenere che abbiamo giocato meglio noi.
Si. Ma poi in semifinale contro Milano è andata la Reggiana…
Mai come in quest’occasione si è rivelata veritiera la constatazione che “spesso sono gli episodi a decidere una partita”. Perché, in effetti, gli episodi non sono stati dalla nostra parte. Inoltre, ci è mancato un pizzico d’esperienza. Del resto siamo la squadra che in assoluto fa giocare tanti minuti “veri” a diversi Under 22, da Laquintana a Perl, da Ivanovic a Stojanovic.
Esaurito il capitolo Coppa Italia, passiamo come da premessa e promessa a parlare di quel famigerato +43.
Ma non è che ci sia poi molto da dire. Sicuramente c’è stato tanto merito nostro nell’aver indirizzato la partita così come l’avevamo preparata. Dopodiché, talvolta capita che a una squadra vada davvero tutto bene, mentre all’altra non vada bene niente. Credo, appunto, sia successo questo nella sfida in casa nostra. Per questo non ci dobbiamo illudere perché non può e non deve far testo.
Cantù è cambiata un filino rispetto ad allora e voi non avete più il punto di riferimento nel play Fitipaldo, sostituito da Ivanovic.
In verità, siamo molto simili a prima nel senso che sia l’uno sia l’altro sono giocatori offensivi ma che al contempo giocano per la squadra. Forse, però, Fitipaldo è un attaccante più naturale.
Ma com’è che certe “prese” vi riescono così bene, trattandosi pur sempre di giocatori del cosiddetto sommerso?
Perché Peppe Sindoni (il direttore sportivo, ndr) conosce benissimo il mercato a va a cercare i giocatori anche nei posti più impensati e negli angoli più sperduti.
Nel corso della stagione avete ricalibrato il vostro obiettivo: dalla salvezza ai playoff.
Alla vigilia del campionato eravamo indicati come la vittima sacrificale per l’A2 mentre direi che ci stiamo prendendo delle belle soddisfazioni. Ma parlare di playoff è ancora prematuro.
Nel caso, vista la richiesta di un palazzo da 5mila posti, sareste anche in difficoltà.
Il palazzetto con una tale capienza, a noi più vicino sarebbe quello di Reggio Calabria…