Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – L’exploit dell’Orlandina indirettamente riporta alla ribalta un totem della pallacanestro italiana. Infatti, sin dalla tarda serata di domenica, Irina Gerasimenko, moglie del patron di Cantù, ha allontanato da capo della panchina Kiril Bolshakov, che dovrebbe comunque restare nei ranghi tecnici, e al suo posto, manca solo l’annuncio ufficiale, è pronto per tornare Carlo Recalcati, ultima esperienza a Venezia prima dell’esonero. Il maestro Recalcati torna alla Pallacanestro Cantù dopo 27 anni (1984/1990) mentre, da giocatore, era stato una colonna dal 1962 al 1979. Alla guida della nazionale italiana (2001/2011) Recalcati ha portato a casa il bronzo europeo di Stoccolma 2003, l’oro ai Giochi del Mediterraneo 2005 e, soprattutto, l’argento olimpico ad Atene 2004 con i tre ex Orlandina, Pozzecco, Basile e Soragna, uomini determinanti di quel grandissimo gruppo. L’ufficiali- tà dell’accordo è attesa stamane con contratto sino al 2018. E così per Bolshakov, che da assistente era stato promosso head coach dopo l’esonero di Kurtinaitis, quella contro l’Orlandina è stata la sua ultima partita in panchina. «In settimana – ha commentato il coach ucraino -mi ero chiesto se saremmo stati pronti ad affrontare Capo d’Orlando. I segnali erano positivi perché negli ultimi allenamenti avevamo lavorato con grande concentrazione e intensità. Purtroppo però appena è iniziata la partita è come se si fosse spenta la luce. Nel primo tempo abbiamo catturato 9 rimbalzi contro i 22 dei nostri avversari, non abbiamo segnato nemmeno una tripla, abbiamo commesso errori difensivi individuali e di squadra che hanno concesso a Capo d’Orlando facili contropiedi e lay-up. Nel secondo tempo invece abbiamo avuto un atteggiamento completamente differente e non so spiegarmi il perché. Erano gli stessi giocatori, gli stessi schemi, le medesime scelte tattiche. È tutta una questione mentale che ci è costata questa partita. È inspiegabile per esempio che nel primo tempo abbiamo commesso solo 6 falli. Per difendere intensamente bisogna spendere qualche fallo come abbiamo dimostrato nel secondo tempo». Fine della trasmissione per Bolshakov mentre l’Orlandina è rientrata ieri mattina con il sorriso e gli abbracci dei tifosi. La vittoria in stagione numero 11 (terza esterna e seconda di fila dopo quella di Torino) vale il sesto posto, la rotta verso i playoff è tracciata e così si sono messe da parte sia la sconfitta interna con il Trento delle meraviglie (quinto successo consecutivo e anche netto a Reggio Emilia domenica) che l’amarezza per la prematura uscita dalla FinalEight di Coppa Italia. Un successo arrivato con una grande prova corale di squadra come certificato dagli otto uomini andati a referto e i quattro in doppia cifra, con Diener braccato in difesa che ha dispensato gioco e aperture per i compagni liberi e con un Archie dominante su tutti (20 punti, 5/8 da tre).