Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO. La voce del capitano. Nella meravigliosa stagione dell’Orlandina l’unico neo è rappresentato dalla sfortuna che ha colpito Sandro Nicevic. Dapprima il problema al tendine d’Achille con tanto di intervento chirurgico e, dopo quattro mesi di forzata sosta ai box, ecco un nuovo problema muscolare che lo tiene ancora bloccato. Malgrado tutto l’esperienza, la leadership e la saggezza, sono qualità che Nicevic sa mettere a disposizione del gruppo, e dello staff tecnico, anche non giocando. «Sono partito sempre con obiettivi alti – dice il capitano nel giorno di pausa davanti ad un fumante caffè servito dal barman tifoso Carmelo Munnia – e anche in questa stagione ho capito ben presto che avremmo potuto fare grandi cose vedendo la squadra come cresceva e anche dopo gli infortuni ed i cambiamenti che ci sono stati. Si vedeva da come il gruppo assorbiva le dritte di coach Di Carlo e come cresceva allenamento dopo allenamento».
Cosa ti ha impressionato maggiormente?
«La crescita dei giovani che, velocemente, hanno assorbito questo modulo di gioco e capiscono che li rende più forti. Conoscendo un po’ i vari Archie, Delas, Diener, Laquintana, Perl, Stojanovic ero fiducioso, non conoscevo Iannuzzi ed il suo è stato un bell’acquisto. Tutti, anche Perl prima di cambiare squadra, hanno accettato questo modo di giocare e i risultati sono una conseguenza».
Da Fitipaldo a Ivanovic, cosa è cambiato nel sistema di gioco?
«Poco, perché Fitipaldo è andato via quando la squadra aveva già una sua identità. Il nostro modo di giocare non è cambiato anche con le loro diverse qualità».
Domenica una vittoria importantissima.
«È arrivata con un avversario che non volevamo sottovalutare come Brescia che sta facendo un buon campionato. Abbiamo capito subito di che avversario si trattava e ritrovato la concentrazione giusta. Siamo riusciti, anche grazie anche al nostro pubblico meraviglioso, a riportarci in partita e prendere il largo senza essere più ripresi».
A questo punto manchi solo tu.
«Soffro per questa situazione : non posso dare il mio contributo ma sono tranquillo perché l’Orlandina va bene. Ho entusiasmo e voglia di tornare. In settimana spero di riuscire ad allenarmi ma rientrare domenica non credo sia possibile».
Magari sarai in forma per i playoff.
«Speriamo di andarci. Siamo ottimisti ma non per la classifica, ma per la consapevolezza delle nostre qualità perché il nostro obiettivo iniziale in questa stagione non erano i playoff ma creare una identità del nostro gioco che adesso si riconosce anche con insultati. Il livello della Serie A è sceso nettamente: non tanto perché non è possibile, economicamente, ingaggiare gli stranieri di un tempo ma anche perché non ci sono italiani di valore come lo furono Nando Gentile, Esposito, Fucka, per restare ai tempi di quando arrivai in A».
E anche domenica hai dato consigli a Di Carlo, ad un certo punto lo hai anche chiamato: cosa vuol dire, magari ti prepari a fare l’assistente?
«Stiamo lavorando tutti su un obiettivo, quello dei playoff. Gennaro è un tipo al quale piace ricevere idee e consigli, magari c’è lo stress durante le partite e non sempre si riesce a vedere bene tutto. Assistente? Mi è passato per la testa – conclude Nicevic – ma ci sono ancora tre mesi per poter decidere il futuro».