Fabio Gandìni – La provincia di Varese
Quattromilacinquecento persone e forse più nella domenica in cui la luce che filtrerà dai finestroni sopra la Galleria suggerirà l’arrivo della primavera. Quella vera, anche sugli spalti. Gremiti da gente che ha deciso di non avere più paura di innamorarsi di questa squadra, benché in ritardo e dopo aver trangugiato delusioni e sportive sofferenze. Galeotte quattro vittorie, un allenatore nuovo e una passione vecchia, quella che coverebbe anche sotto la cenere di mille sconfitte. Sì, l’inverno è finito, dovesse anche piovere di nuovo: si muoverà Alex da Lucca, per un viaggio che sa di riscoperta di un vecchio amore vissuto, fedelmente, da lontano; Emanuele è andato alla ricerca del biglietto per sé e per la figlia fin da martedì, mangiandosi per una volta le mani per non aver fatto l’abbonamento stagionale, dopo tante domeniche passate a ringraziare il Signore di non esser costretto ad assistere a certi spettacoli; lo stesso faranno gli abbonati Stefano e Michela, che per una volta torneranno a partire presto da casa per evitare le code ed essere rigorosamente presenti e tifanti già alla presentazione della loro Varese; magari vicino a Fabrizio, che tra una dedica e l’altra agli arbitri, si guarderà intorno e sarà finalmente felice nel vedere così tanta gente intorno a lui (se la merita una cornice così, forse più di tutti). Bentornata Varese, “ti ho amato per mille anni e per mille anni ancora ti amerò”. Cambiando gli addendi… Contro Capo d’Orlando (palla a due ore 17.30) testa bassa in campo perchè in classifica lo sguardo va ancora in giù, a quell’ultimo posto da evitare come la peste. La speranza, dopo il vantaggio costruito con il “filotto” Pistoia-Avellino-Pesaro-Brescia è quella di vivere un’altra domenica proficua: Pesaro va a Trento dove vincere è sempre complicato per tutti, Cremona ospita una Sassari che sarà pure distratta dalla Champions ma che rimane un avversario di caratura superiore. Due impegni difficili, proprio come quello che aspetta una Openjobmetis al gran completo e reduce da una settimana di allenamenti convincenti e senza defezioni. Non è tanto il quarto posto a far grande Capo d’Orlando, quanto la capacità messa in mostra nel mantenere un livello altissimo a dispetto del budget con cui è stata costruita e dei cambiamenti nel ro-ster intercorsi durante la stagione. Chi credeva, infatti, che l’exploit di 7 vittorie e 5 sconfitte ottenute fino alla 12° giornata fosse frutto solo del talento di Bruno Fitipaldo da Montevideo, Uruguay, ha dovuto presto ricredersi. Salutato il play, destinazione Galatasaray l’Orlandina ha infilato 7 successi su 10 gare, trovando un valido sostituto nel montenegrino Nikola Ivanovic (14,4 punti, 61% da due e 40% da 3, meno regista di Fitipaldo ma egregio attaccante) e dando risalto a un organico allestito con raziocinio in mercati poco esplorati dalle concorrenti.
La possibile chiave
Se il “vecchio” campione Drake Diener (11,4 punti e 46,3%) e l’ormai “veterano” Dominique Archie (13,4 punti, 53,1% da 2 e 41,4% da 3) sono i nomi conosciuti, cameadi diventati contendenti da rispettare sono i vari Mario Delas (centro, 10,2 punti e 5,2 rimbalzi), Vojislav Stojanovic (guardia/ala, 9,1 punti) e Mi-lenko Tepic (per la verità tut-t’altro che sconosciuto vista la solida carriera europea pregressa: 8 punti e 5,2 rimbalzi quest’anno). La truppa del bravo Gennaro Di Carlo è poi completata da due italiani in rilancio: Tommaso Laquintana (6 punti in 18 minuti) e Antonio Iannuzzi (8,6 punti in 22 minuti), rispettivamente play di riserva e ala forte di rincalzo (con anche qualche quintetto all’attivo) che vanno a costituire gli ultimi piani di una Torre di Babele che si è ritrovata in un linguaggio misterioso ma sicuramente costruttivo. E vincente. Le statistiche complessive rivelano una chiave importante del match odierno, o meglio individuano una voce di superiorità che la Varese di Caja dovrà essere brava a sfruttare contro un’avversaria che fa della precisione al tiro un’arma vera: sono i rimbalzi (37,1 per i padroni di casa, 33,5 per gli ospiti). Rimbalzi significa corsa, contropiede, canestri più facili: insieme a una difesa che deve rimanere quella che ha messo il copyright alla resurrezione, saranno proprio le carambole a certificare, eventualmente, un’altra giornata da ricordare.