Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – Tira il fiato l’Orlandina in attesa della grande sfida di domenica con Reggio Emilia: coach Gennaro Di Carlo ieri ha concesso una giornata di riposo al gruppo (solitamente il mercoledì si lavora di sera), da oggi si riprende. «Ritornando indietro di otto mesi – dice il tecnico casertano nel giorno di pausa – nessuno si sarebbe aspettato che l’Orlandina si sarebbe potuta giocare la qualificazione ai playoff con Reggio Emilia a questo punto della stagione. Basta chiudere gli occhi un attimo per iniziare a sognare e realizzare la straordinarietà dell’obiettivo che si vuole raggiungere». Il pubblico domenica è chiamato a recitare la sua parte in maniera anche più calorosa (e numerosa). «Non ho mai preteso nulla – precisa Di Carlo – anche perché il pubblico di Capo d’Orlando è sempre stato presente e caloroso ma stavolta vorrei davvero che tutti gli orlandini venissero al “PalaFantozzi” a sostenere la squadra. Stiamo compiendo un passo importante in quella che è la storia di un club, di un popolo e di un territorio, per cui adesso è importante che tutti devono remare verso la stessa direzione». Un passo indietro per analizzare, a mente fredda, cosa non è andato a Varese. «Da Masnago la squadra è tornata consapevole dei suoi mezzi e della sua forza, e, soprattutto, dell’occasione persa. Personalmente non sono d’accordo con l’esaltazione che Caja ha fatto della gara dei suoi. Credo che costringere una squadra che viene da quattro vittorie consecutive al 34% dal campo in casa è un dato inconfutabile, costringere il migliore realizzatore loro (Johnson ndr) che nella partita precedente aveva realizzato otto tiri da tre punti a non realizzare neanche una tripla, costringere Maynor a tirare 0/12 dal campo, sono tutti dati chiari. Altri numeri raccontano che i nostri due migliori giocatori, Archie e Diener, hanno fatto la loro partita. Di conseguenza la partita non s’è persa perché è stata preparata male da noi e meglio da loro. Per quello che mi riguarda le 18 palle perse e i 17 rimbalzi d’attacco concessi sono stati determinanti. La squadra ha recepito tutto ciò e ha capito cosa si deve fare se si vuole vincere con Reggio Emilia. Bisogna avere carattere e determinazione, giocare la nostra pallacanestro ma diminuire i rimbalzi d’attacco e le palle perse che regalano vantaggi agli avversari quando non ne hanno. Sinceramente credo che ci abbia penalizzato oltremodo anche l’espulsione di Stojanovic. L’interpretazione degli arbitri è stata piuttosto singolare e questo ha portato a una rissa fra due squadre che in campo se le stavano dando e non accennavano ad arretrare l’una di fronte all’altra. La gestione dell’ultimo possesso è andata male, doveva essere migliore». La mente è rivolta solo alla gara di domenica. «Bisogna continuare a lavorare a testa bassa, convinti che quello che stiamo facendo è un lavoro che produce risultati e gioco. Non bisogna mollare un centimetro, anzi, tuffarsi in questo percorso sempre più determinati perché l’unica alternativa che abbiamo per crescere è fare questo salto di qualità che – conclude Di Carlo – può consacrarci come squadra di medio-alta classifica nel campionato italiano».