Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – «L’Orlandina farà l’Orlandina». Gennaro Di Carlo accende la luce sui playoff che scattano domani sera (“Forum” di Assago, ore 20,45, diretta su Rai Sport) con un tema centrale: massimo rispetto della forza di Milano ma nessun timore. «Questo playoff – ha detto il tecnico biancazzurro – costituisce un’altra straordinaria opportunità e viverla contro la favorita delle favorite è ancora più straordinario. È chiaro che abbiamo una serie playoff sulla carta chiusa per cui dobbiamo capire molto rapidamente come entrare dentro la serie. Unica cosa da sottolineare è che, contro Milano, vogliamo portare l’essere noi stessi che significa non snaturarci per alcuna ragione al mondo. Dentro il nostro modo di giocare basket c’è orgoglio, cultura e intelligenza di questo territorio, quello siciliano, ci piacerà con molta semplicità andare al “Forum” e giocare delle partite avendo nell’animo l’idea di sfidare la capolista a viso aperto. Non è presunzione ma cercheremo di sfuggire al pronostico da 0-3 e di portare la serie almeno a gara-4». Nei due precedenti di stagione regolare, seppur sconfitti, siete usciti a testa alta. Precedenti incoraggianti? «Ricordo che, per gran parte della stagione, l’Orlandina ha espresso il miglior gioco del campionato. Sappiamo che le nostre vittorie passano dalla qualità che esprimiamo sul parquet. Contro Milano, anche sapendo che sarà molto complicato, cercheremo di giocare una buona pallacanestro d’equazione, quella di giocare bene, può portare benefìci ai fini del risultato. Il condimento di tutto questo è la grande capacità di credere in noi stessi e di essere competitivi a livello di autostima in una sfida impari contro Milano. Non lo so come andrà a finire e dove arriveremo. Mi piacerebbe vedere una squadra che si approcci in maniera quasi sfrontata. La capacità che dobbiamo cercare di sviluppare è quella di avere la forza di credere in noi stessi sia come squadra che come singoli e mostrare carattere, determinazione e avere la forza di giocare sempre a testa alta». Come gestire, con rotazioni diverse rispetto a Milano, tre gare in 48 ore l’una? «Mi aspetto una gestione diversa da quella che è stato l’ultimo periodo alla luce del recupero di qualche giocatore. Penso di poter contare su tutto il roster, abbiamo iniziato la stagione così con un organico profondo e domani voglio avere la “difficoltà” divedere quale straniero tenere fuori (Ihring o Berzins ndc) e questo mi conforta e mi dà energia positiva. Così da alzare l’intensità dei giocatori e di gestire meglio il dispendio nella serie. Ma a questo ci devo pensare da gara-2. In gara-1 andremo a tavoletta». Infine le emozioni di domenica sera. «Il pubblico continua a sostenerci anche nei momenti di difficoltà e quando arrivano i momenti belli in questa che definisco una famiglia allargata, è fantastico. Per me l’aspetto umano è importante in tutto quello che faccio. L’attestazione di affetto che mi è stata attribuita domenica sera è un qualcosa che rimarrà dentro di me per sempre e la accoppio alla mia prima gara vinta, da capo allenatore qui, la scorsa stagione con Venezia e che segnò la prima tappa della nostra risalita».