Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – Prima del probabile addio al basket giocato, il capitano vuole lasciare ancora il segno. Sandro Nicevic non è al massimo della forma ma vuole sfruttare – con la sua classe, il carisma e l’esperienza – questa opportunità per lasciare nel miglior modo possibile.
«Il bilancio della stagione regolare – dice il centro italo-croato – vedendo tutte le avversità che ci sono capitate durante l’anno, tra infortuni e il cambio di alcuni giocatori, alla fine deve ritenersi più che positivo. Perché comunque si è visto un bel lavoro per costruire una squadra che alla fine ci ha permesso di giocare allo stesso modo dall’inizio alla fine. Se il gruppo fosse rimasto integro non sappiamo come sarebbe finita, ma possiamo ritenerci ugualmente soddisfatti».
– C’è un po’ di rammarico per la posizione finale?
«Sì, perchè non siamo riusciti a venir fuori dal tunnel delle sei sconfitte di fila e, alla fine, dipendevamo dagli altri e non solo da noi stessi. Ma va bene anche così, settimi o ottavi, i playoff vanno affrontati con la massima determinazione. Non sarebbe stato facile giocare neppure contro Venezia».
– Alla fine i playoff hanno premiato le otto migliori?
«Una sorpresa per me è Pistoia che ce l’ha fatta a entrare mentre Brindisi è rimasta fuori. Per il resto, per quello che le squadre hanno dimostrato, non ci sono state sorprese. Nei playoff non si gioca una partita pensando che, se perdi, puoi recuperare in classifica nella giornata successiva. Per passare il turno la pressione è più alta del normale. E noi dobbiamo misurarci con noi stessi per poter dare il massimo, sorretti dalla tranquillità. Vale per noi ma pure per le altre».
– Come fronteggiare qualità e la quantità di Milano?
«Le armi tecniche e tattiche per competere contro di loro le abbiamo. Andremo al Forum per provare a vincere una partita. I nostri avversari sono una corazzata ma non hanno dominato per tutto il campionato. Anzi, hanno dimostrato di avere dei punti deboli. E noi dobbiamo approfittarne. Se vinciamo una delle prime tre partite, magari la serie diventa più difficile anche per loro. Partire come un outsider può essere un po’ più semplice perché Milano ha la pressione di dover affrontare i playoff per vincere nuovamente il titolo».
Il tabellone – Rotazioni e gestione, passaggi cruciali della serie.
«È il loro punto di forza e sono abituati. Tra Serie A e le trenta giornate di Eurolega, Milano spesso ha giocato ogni 48 ore. Sicuramente è un piccolo problema dopo aver giocato una partita, archiviarla e pensare alla successiva che è in programma dopo due giorni».
– Come stai? «Non sono al massimo in questo periodo, non ho giocato per quasi sei mesi e questo ha lasciato tracce. Non è facile ritornare in forma in poco tempo. Però sono pronto a tutto per aiutare la squadra».
– Saranno le ultime partite della tua lunga e splendida carriera?
«Probabilmente sì. Sono emozionato per questi playoff però sono anche un po’ stanco».
– Ma immaginiamo che non farai come Basile. Il tuo obiettivo è rimanere nel mondo del basket, si parla già di un ruolo da assistente sempre a Capo d’Orlando.
«Rimarrò in questo ambiente, è sicuro. Di un futuro all’Orlandina non so niente ma se un giorno dovessi tornare qui lo farei volentieri perché questa società sta crescendo per diventare una realtà stabile in Italia».