Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – Da una ambiziosa B2 ai playoff scudetto. Quasi 20 anni di fedele militanza in biancazzurro per Francesco Venza, decano dei direttori generali, che mostra il petto, seppur con modestia come è nel suo costume.
«Abbiamo disputato una stagione regolare di primissima qualità. Il periodo negativo di aprile, con le sei sconfitte consecutive, fa parte del gioco ma l’Orlandina ha meritato di entrare nei playoff. Il rammarico? Quando all’andata abbiamo perso i due punti a Pesaro senza Fitipaldo che non era stato ancora stato sostituito e poi la brutta prova di Pistoia, con il mezzo canestro di differenza che ci ha impedito di arrivare settimi. Ma ormai fa tutto parte del passato».
Venza era ovviamente presente quando l’Orlandina conquistò i primi playoff della sua storia nel 2008: quali sono le differenze?
«Il budget innanzitutto e due stagioni giocate in contesti storici completamente diversi. Allora non si parlava di crisi economica, oggi invece c’è un territorio, il nostro, assolutamente spremuto che dobbiamo sempre ringraziare per il supporto».
-Stasera inizia la sfida con Milano: pronostico chiuso?
«Questa fase ci permette di confrontarci con una realtà molto lontana rispetto alla nostra – e un confronto del genere sembrava impensabile – ma abbiamo la grande possibilità di ripresentare ai nostri tifosi la squadra campione d’Italia. E se dovessimo uscire, vorrà dire che il finale sarà uguale all’inizio di stagione (il riferimento è alla “prima” di campionato contro l’Olimpia al “PalaFantozzi” ndc). Dobbiamo confermare, giocando senza timori, quanto di buono abbiamo fatto sin qui. Coach Jasmin Repesa si complimentò con Di Carlo al ritorno al Forum per la qualità del gioco, che ora vogliamo far rivedere in questa serie provando a rendere la vita dura ai campioni d’Italia».
E Venza è sempre sul proscenio.
«Questo gruppo dirigenziale ha sempre vissuto di sogni e cambiamenti dal 1998 ad oggi. E i sogni si sono speso trasformati in realtà. Dico – e apro virgolette – che se avessimo avuto la metà del budget della Siena di un tempo, ci saremmo laureati più volte campioni d’Italia».
Infine il tema che caratterizzerà il futuro immediato: il palasport. Che dovrà contenere 5000 spettatori a partire dalla stagione 2018/19.
«È una decisione che non fa i conti con la realtà economica del Paese e che mette 10 su 16 squadre dell’attuale Serie A in difficoltà. Speriamo di non essere travolti»