laudia Mercaldo – Gazzetta del Sud
MILANO – Sorride Di Carlo. Difficile fare altrimenti per il tecnico dell’Orlandina. La conferenza stampa post Gara-1 inizia continuando il finale di gara. Sorpresa in campo, sorpresa in conferenza. Di Carlo inizia dalla fine e pensa già a domani: «Adesso – esordisce – non so cosa devo fare con la squadra. Mi trovo a gestire una situazione che non ho mai vissuto prima. Non ce l’aspettavamo. Non ho mai giocato i playoff. Adesso partiamo dall’1-0 e sinceramente devo ancora capire come gestire questa cosa – spiega portandosi le mani al volto, tra stanchezza e incredulità -. Quello che può accadere domani e dopo domani può essere interessante. Oggi c’è la sensazione di potercela giocare con Milano. Siamo quelli che dovevano retrocedere, oggi siamo 1-0 avanti nei playoff». Di Carlo prova a immaginarsi le prossime partite. «Dobbiamo essere – afferma – ancora più convinti delle nostre cose e continuare a giocare bene a pallacanestro. L’ultimo periodo ci aveva detto male, invece abbiamo dato prova di compattezza, volontà in difesa e grande carattere soprattutto quando Milano è tornata a premere nel finale. Tutti hanno dato un contributo importante, i ragazzi sono stati bravi a rispettare il piano gara – prosegue l’allenatore dell’Orlandina -. Nelle sei settimane prima di Pesaro m’innervosiva pensare che ci potevano sfuggire i playoff. Sapevo che i nostri 28 punti non erano un caso, ce li eravamo conquistati. Dobbiamo iniziare da subito a preparare bene gara 2 adesso, ma è veramente difficile». Se adesso il coach dell’Orlandina sembra non avere più certezze, paradossalmente, Sindoni una ce l’ha: Capo d’Orlando potrebbe giocare due gare in casa con Milano. Certo è ancora in vita la possibilità che faccia sue le prossime due gare e chiuda 0-3, ma questo sarebbe davvero troppo, quasi un sogno. Repesa, coach di Milano, riconosce i meriti dell’Orlandina: «I nostri avversari – dice – hanno giocato con attenzione e carattere. Noi siamo partiti male, abbiamo fatto confusione e sbagliato tanto. L’ansia di non riuscire a fare quello che dovevamo ci ha condizionati per tutto l’incontro».