Paolo Cuomo – Gazzetta del Sud
Roba mai vista! Con la prevista leggerezza (dell’essere… in stato di grazia) e spinta dall’incoscienza e dall’euforia, la grandissima Capo d’Orlando stende al Forum la piccola Milano. No, non abbiamo sbagliato perché la favorita per lo scudetto, davanti agli occhi di un incredulo Giorgio Armani, ieri sera è sembrata – ribaltando i ruoli – proprio la squadra delle meraviglie che gioca una partita perfetta, di rara intensità (fisica e mentale) e intelligenza tattica, tornando a esprimere il basket-champagne che le aveva consentito di issarsi fino al quarto posto, prima di sbandare a causa degli infortuni. Gara-4 è già assicurata, con buona pace di chi aveva pronosticato lo 0-3… La vittoria più bella all time dei biancazzurri, la prima nei playoff scudetto dopo il debutto nel 2008, è qualcosa che va oltre lo sport: un centro di 13mila abitanti che sbarca nella metropoli con la faccia tosta e sbanca il parquet della ricca e fashion Olimpia appartiene solo al mondo delle favole e lancia il messaggio che qualsiasi impresa è possibile, basta solo lavorare e crederci sempre. Capo d’Orlando ha disegnato l’ennesimo capolavoro di un cammino gioioso e magico, interrotto all’improvviso e crudelmente e ripreso con una forza e un orgoglio senza eguali. Al Forum è così arrivato il coronamento di una ascesa da record (la seconda in un decennio), con una vittoria fragorosa, che lascia il segno. Eravamo convinti che l’Orlandina con la testa libera avrebbe creato molti problemi alla corazzata milanese (che tale resta per la nostra Serie A) e così è stato. Sin dalla tripla di Diener che ha aperto le danze e fatto capire che era la serata giusta per riscrivere la storia. La sinfonia paladina ha deliziato: super difesa con aiuti puntuali che hanno mandato in tilt l’EA7 (23 perse aliatine), circolazione di palla e spaziature efficaci che hanno messo in crisi un’avversaria senza idee e mediocre, incapace di trovare continuità nonostante i 17 rimbalzi in più. Emozionante il contributo a giro, quasi come un passaggio di testimone, dei giocatori dell’Orlandina. Milenko Tepic ha toccato la perfezione: il serbo ha respirato aria di big-match e per 36′ si è rivisto il talento che ha vinto l’Eurolega al Panathinaikos con tunnel a Hickman e assist dietro la schiena nella stessa azione; il lungo lannuzzi su un palcoscenico di prestigio si è esaltato confermando i clamorosi progressi di questa stagione; Diener è stato leader anche segnando poco; Kikowski glaciale, ancora in doppia cifra e altro innesto azzeccato; Archie eroico su una gamba sola con due triple spacca-partita; Ivanovic chirurgico con il canestro dei sogni che ha stroncato la reazione e la bagarre di Milano per rientrare; Delas coraggioso con il suo corpaccione e le mani da pianista. A dirigere l’orchestra il maestro Di Carlo che ha portato a lezione l’allievo Repesa. Tranquilli, anche stavolta non abbiamo sbagliato.