Paolo Cuomo – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – “Miracolo a Milano” dirigeva Vittorio De Sica 66 anni fa, con il principe Totò protagonista. E per il momento ci siamo fermati a quel capolavoro. L’Armani, sbeffeggiata in gara-1 e con il fiatone nel replay, decide di usare le maniere forti per mettere in riga questa irriverente Orlandina che ha sbancato il Forum senza chiedere il permesso, mettendo paura all’unica favorita per lo scudetto. Così nella ripresa mani addosso, fisicità e talento: per la serie noi siamo grandi, grossi e bravi e ora vinciamo così segnando 54 punti in 20 minuti. L’abilità, la furbizia e la leggerezza dei ragazzi terribili hanno retto per 31′ poi si sono scontrate con la potenza e la profondità di una squadra ovviamente più forte, che però per vincere in un “PalaFantozzi” caldissimo, al termine di una partita che resterà nella storia paladina, ha dovuto mostrare la migliore versione dell’ultimo periodo, alzando il volume dell’atletismo e del carattere. Milano ha chiuso con sei uomini in doppia cifra, il 69% da due e il 48% da tre. Con questi numeri l’impresa-bis era impossibile, soprattutto se per la seconda volta di fila manca un uomo-cardine come Archie. Ma la favola va goduta fino in fondo. Domani sera c’è gara-4 e anche se l’entusiasmo è un po’ scemato, con il grande cuore e l’orgoglio questo gruppo darà tutto e anche di più per portare i quarti alla bella.
La partita
L’Armani esce bene dai blocchi, trova buone soluzioni dall’arco, scappa sul 7-15 e lì si ferma perché la reazione biancazzurra è da togliere il fiato: 12-0 in un amen ispirato dalle triple di lvanovic e Diener (19-15) e soprattutto dalla scelta di Di Carlo di abbassare il quintetto. L’ansia di Milano comincia a crescere come la qualità della difesa paladina che costringe gli avversari a 6 perse. Repesa urla nel time-out e l’Armani ferma l’emorragia (19-20 all 10′). Si riparte con Milano che allunga il parziale (21-25), ma senza continuità. Di Carlo non sbaglia una rotazione, ripropone un lungo e quattro piccoli, la palla in attacco gira come un ventilatore e si torna in assoluto equilibrio. La parabola al tiro di Laquintana apre le danze, si scatena Diener, un antisportivo su Delas vale il mini-allungo (34-31), mentre la differenza la fa soprattutto l’energia a rimbalzo offensivo (7 dopo 20′) dell’Orlandina. Armani in difficoltà, a tenerla in piedi c’è il solo Simon, un fuoriclasse (14 punti all’intervallo). Repesa chiama la zona e la difesa allungata, Di Carlo gioca a scacchi e un grande Nicevic proprio sulla sirena mette la firma sul 45-40 che manda in visibilio il “PalaFantozzi” al termine di un primo tempo strepitoso dell’Orlandina. La ripresa regala subito il massimo vantaggio (47-40), poi all’improvviso, nel buio biancorosso, il deludente gigante serbo Raduljica si ricorda di essere stato pagato tanto per far vincere la squadra e sale in cattedra. In area diventa immarcabile e nonostante Berzins si confermi il bel giocatore che è (52-49), gara-3 cambia faccia. Milano in attacco si appoggia sui lunghi, non sparacchia più da tre e con un clamoroso 11 su 12 da due mette la freccia, facendo valere tutta la sua forza a questi livelli. Sul perimetro Simon lascia la scena a Hickman e nonostante un canestro pazzesco da tre di Kikowski, i campioni d’Italia al 30′ sono sopra di cinque punti (64-69). L’illusione del 68-69 dura un attimo. L’Orlandina è stanca, perde lucidità e contro la zona Milano trova in Kalnietis e Macvan dall’arco nuove risorse di una panchina infinita. Il vantaggio aumenta, al 35′ Repesa finalmente respira (71-81). I pugni alzati e l’euforia dei giocatori in biancorosso la dicono lunga su quanta tremarella avevano addosso. Ma non è ancora finita perché con un mini-parziale l’Orlandina quando manca un minuto e mezzo ha con Berzins la palla del -5: la palla però sbatte sul ferro.
Le pagelle
Tepic 6,5 – Stavolta non ripete la partita totale a cui ci ha ormai abituato. Nel primo tempo è il solito costruttore di gioco, poi sul perimetro Milano diventa fluida e il serbo soffre.
lannuzzi 6,5 – Dà tutto, alti e bassi ma continua a tenere bene il campo contro una squadra di Eurolega, lui che l’anno scorso era in A2.
Laquintana 6 – È nel quintetto che gioca un basket sublime, segna una tripla, spinge, difende. Cala alla distanza.
Nicevic 6 – Chissà se dopo questa serie si ritirerà o cambierà idea. Fa a spallate con esperienza con la batteria di colossi avversari, mentre la palla dalle sue mani esce con dolcezza.
Kikowski 6,5 – Cosa chiedere di più al polacco, forse una tripla in più in un momento cardine del terzo quarto. Fa più del suo.
Delas 6,5 – È presente a rimbalzo, reattivo in area. Segna 11 punti, riporta a -1 l’Orlandina in apertura di ultime quarto. Fatica contro Raduljica.
Diener 6 – La partenza è da campione. Hickman su di lui usa le maniere forti, ma il dinamismo di “Mandrake” ha la meglio. Nella ripresa i quasi 36 anni si fanno sentire.
Ivanovic 6,5 – Con le triple ricuce il primo strappo di Milano. E il miglior realizzatore cor 16 punti a cui aggiunge 5 falli e E assist. In difesa rivedibile, non è lucido quando Milano fa il break.
Berzins 7 – Il migliore, un giocatore ritrovato e cancellata la sfortuna, pronto a dare l’atteso contributo nella prossima stagione. Ripete l’efficacia di gara-2 diventando un rebus per la difese dell’Olimpia. Anche 7 rimbalzi.
Coach Di Carlo 7 – Le prova tutte per arginare la potenze avversaria: zona, quintetti piccoli, rotazioni e scelte azzeccate. Il piane tattico riesce alla perfezione per 30′.