Giuseppe Lazzaro – Gazzetta del Sud
CAPO D’ORLANDO – Archie l’Mvp della stagione 2016/2017 dell’Orlandina andata in archivio. Questo il responso del nostro “pagellone” dell’annata dopo che la squadra è stata premiata, per avere raggiunto i playoff vincendo una gara con Milano, sabato sera in piazza Matteotti nel corso della VI edizione di Little Sicily anche perché – come ha detto il sindaco Franco Ingrillì che ha annunciato al microfono la volontà di realizzare il nuovo palasport – «l’Orlandina è una eccellenza siciliana». Per ogni giocatore indichiamo i punti realizzati con la media, le voci secondo le caratteristiche (play gli assist, lungh i i rimbalzi), voto, giudizio e futuro.
Ivanovic 7,5
181 p. (12.1 media) + 48 (12 playoff); assist: 3.1+4.5. È arrivato in corsa ed ereditando il posto di Fitipaldo, hai detto niente. Malgrado i 23 anni si è subito calato nella responsabilità con grande coraggio e, seppur non avendo la fantasia e l’instict killer dell’uruguagio, è stato un pilastro nella corsa ai playoff, non disdegnando giocate importanti. Tornerà all’Aek Atene perfine prestito.
Diener 8
342 p. (12.2) + 32 (8). Tornato dopo nove anni ha confermato che la sua classe è immortale. Malgrado l’infortunio iniziale, ha aumentato il rendimento chiudendo al secondo posto tra i migliori realizzatori da oltre l’arco e diventando il marcatore principe dell’Orlandina in Serie A. Trascinatore e leader, nei playoff ha patito il fiato e la difesa di Milano. Proposta di rinnovo in arrivo.
Stojanovic 7
241 punti (8.6). Sicuramente in crescita rispetto alla scorsa stagione, grande difesa, a volte determinante (vedi tripla della vittoria a Torino all’ultimo secondo). Deve migliorare in tanti aspetti ma tocca ancora a lui l’oscar della sfortuna: un anno fa ko per la caviglia, quest’anno ha saltato i playoff per i legamenti del ginocchio. Resta avendo un contratto sino al 2019.
Archie 8,5
348 punti (13.9) + 23 (11.5), rimbalzi 5.8+2. L’Mvp della stagione biancazzurra. Un’autentica sicurezza, non essendo al primo anno in Lega A, avvio a razzo e rendimento costante. È stato anche il miglior realizzatore in regular season, e se non fosse stato per la pulizia alle ginocchia che lo ha obbligato a due interventi chirurgici, l’apporto sarebbe stato più elevato. Che peccato non averlo avuto a disposizione nelle due gare di mezzo ai playoff. La sua conferma è un punto interrogativo, dovesse restare sarebbe un punto determinante per lo “starting five” del prossimo anno.
Delas 7,5
262 punti (9.4) + 34 (8.5); rimbalzi: 5.2+5. Peccato per il fisiologico calo nel finale, inevitabile dopo che ha tirato la carretta per tutto l’anno e senza un cambio di ruolo considerati i problemi fisici di Nicevic che doveva essere il suo alter ego. L’atipicità era un punto interrogativo inizialmente, subito dissolto alla prova del parquet, anzi, è la sua caratteristica migliore e ha permesso alla squadra di poter giocare liberamente e in rapidità grazie ai suoi movimenti. L’impressione è anche andrà via.
Laquintana 6,5
161 punti (5.4) + 13 (3.3). Un passo indietro rispetto alla positiva stagione scorsa, quella che fu la prima in A. Non sono mancati generosità e impegno ma ci si aspettava di più nel suo processo di crescita. Il suo contratto scadrà nel 2019, probabilmente andrà in prestito e si opterà per lanciare il giovanissimo Ihring come secondo play.
Tepic 8
184 punti (media 8) + 47 (11.8); assist: 2.8+4.3. Arrivato in corsa per l’infortunio a Berzins, ha messo la sua esperienza al servizio della squadra, diventando prezioso jolly per Di Carlo con la sua intercambiabilità: può giocare in tutti i ruoli del quintetto, tranne il “5”. Nelle quattro gare dei playoff è stato il migliore. Sarebbe importante la sua conferma ma l’impressione è che andrà via.
Berzins 6,5
25 p. (media 5)+30 (10). Se non si fosse infortunato alla terza giornata nel vittorioso match con Torino con la rottura dei legamenti del ginocchio non sarebbe arrivato Tepic. L’ala lettone ha confermato le sue qualità, non solo tecniche ma anche agonistiche, quando è rientrato a pieno regime ha disputato eccellenti playoff, tanto da chiuderli in doppia cifra in attacco. Ha un biennale, destinato a rimanere.
lannuzzi 8
254 punti (8.5)+42 (10.5); rimbalzi: 4+6.3. La rivelazione della stagione. Preso da Omegna che era appena retrocessa in B, il lungo irpino è stato uno delle chiavi di volta della stagione. Sempre presente nei due ruoli nel verniciato, ha dimostrato di avere una grande mano (il pick and roll con Fitipaldo dell’andata è stato devastante) anche se deve migliorare l’aspetto difensivo. La società gli ha messo sul tavolo il rinnovo del contratto da tre mesi ma trattenerlo sarà un miracolo. Ci sono pochissimi italiani di qualità nel ruolo e Avellino è pronto per firmarlo e farlo tornare a casa.
Nicevic 6
6 p. (1.2)+11 (2.8). Un voto di stima perché è stato un vero capitano, ha dato consigli durante le partite anche a Di Carlo (facendo le prove per un futuro in panchina), ma non ha praticamente mai giocato, se non nel segmento conclusivo della stagione, restando ai box per infortunio per sei mesi. Non il modo migliore per concludere una grande carriera. Ma potrebbe, un giorno non lontano, tornare a Capo d’Orlando da assistente.
Kikowski 6,5
41 p. (13.7)+32 (8). Nel roster, seppur dopo due mesi, ha preso il posto di Perl ed ha ben impattato dimostrando una ottima mano da fuori ed anche generosità e difesa. Ha giocato con entusiasmo i playoff e si potrà discutere il rinnovo: sarebbe un perfetto cambio da guardia/ala.
Fitipaldo 9
Ha giocato 13 partite, chiudendo con cifre mirabolanti (15 punti di media con il 42% da tre, 7.5 assist), da Mvp del campionato. A Natale la cessione al Galatasaray Istanbul per le sue ambizioni (in verità poco confermate in Turchia) e della società che ha incassato un bel tesoretto. Ma, senza nulla togliere a Ivanovic, con il play uruguaiano come sarebbe finita la stagione dell’Orlandina? Un fuoriclasse del genere sarebbe stato – come lo era – il giocatore più forte del campionato.
Perl 6
Ha chiuso l’esperienza biennale a Capo d’Orlando a fine febbraio con 6.1 punti di media e firmando alla De Longhi Treviso in A2 per giocare di più. La guardia ungherese doveva essere un importante prospetto per il futuro.
All. Di Carlo 9
Il manico di una stagione straordinaria. Al secondo anno – primo al completo – in A, il coach campano ha confermato la bontà della decisione del patron Enzo Sindoni. Gruppo unito prima di tutto, sul parquet l’Orlandina ha giocato una delle migliori pallacanestro del torneo. Contratto sino al 2019, si riparte da lui.