Roberto Quartarone – La Sicilia
Un sogno doveva essere, ma è stata realtà. «L’Orlandina cercherà di lottare per la salvezza» si leggeva su SuperBasket; «6,5 – Mercato più che sufficiente» commentava Basket Magazine: né le due principali testate specialistiche, né altri addetti ai lavori della massima serie si sarebbero immaginati che la salvezza sarebbe arrivata con grande anticipo per la squadra di coach Gennaro Di Carlo. Non solo: il gran lavoro del ds Peppe Sindoni, miglior dirigente della Serie A, ha permesso che la squadra stazionasse in alta zona play off, chiudendo ottava dopo una fisiologica flessione primaverile. Poi è arrivato il 12 maggio. È la data del ritorno nella post season per i paladini, che già erano stati i primi siciliani ad aver sfidato le grandi per il titolo nazionale nel 2008. È la data della vittoria per 80-87 al Forum di Assago, tempio della corazzata Olimpia Milano. È la data della festa della cittadina di 12mila abitanti che sostiene con il suo tifo la sua squadra e le permette di battere la metropoli europea a domicilio. Impensabile. «Abbiamo scritto la storia, rendiamola leggenda!» twittava il patron Enzo Sindoni prima della sfortunata gara-4 dei quarti contro la corazzata Olimpia Milano, che non ha rovinato la festa del PalaFantozzi. Nelle due gare casalinghe contro le “scarpette rosse”, i paladini sono stati seguiti rispettivamente da 3.516 e 3.250 spettatori. La diretta di gara-3 ha avuto un pubblico di 12mila utenti unici sul sito dell’Olimpia, 74mila visualizzazioni su Facebook; 112mila spettatori ha avuto gara-4 su Raisport, con 640 mila contatti. Ecco la prova del fascino di un evento del genere. Ci dovrà riflettere la politica quando arriverà il momento di aiutare la società per la nuova impresa che varrà la permanenza in A. Sulla tensostruttura di Capo d’Orlando infatti oscilla la spada di Damocle del consiglio federale della Fip: dal 2018 gli impianti per la massima serie dovranno ospitare 5mila persone. E la regola diventerà un problema cruciale fra pochi mesi.