Accento toscano sbarazzino come un giovanotto sfrontato che non ha paura di nulla. Lui però adesso è maturo, risponde con lucidità e presta molta attenzione ai termini utilizzati. Davide Bruttini da Siena torna a Capo d’Orlando ad undici anni dalla sua prima, grande, avventura in maglia Orlandina, pronto per il secondo capitolo della sua carriera siciliana. Con grandi motivazioni.
Davide, cosa ricordi di Capo d’Orlando?
«Un posto che mi porto dentro da allora. Giocavo in una squadra che prima di tutto era un gran gruppo, facemmo una grande stagione. Avevo ottimi rapporti con Enzo e con Peppe, mi ricordo un’isola felice dove volevo tornare a giocare. Si è presentata quest’occasione e l’ho colta al volo: sono entusiasta di questa scelta».
Torni in Sicilia a distanza di 11 anni. Che differenze ci sono tra quel Davide Bruttini e quello attuale?
«Umanamente credo di essere sempre lo stesso, ma 11 anni fa avevo da poco compiuto 20 anni mentre adesso verrò a Capo d’Orlando con tutta la mia famiglia. A livello cestistico nel 2007-2008 ero un giovane alla sua prima esperienza in Serie A e con un ruolo marginale, adesso ho una carriera di 10 anni alle spalle e tanta consapevolezza. Nelle mie scelte ho sempre guardato all’ambizione che ha la squadra e la qualità di vita che mi può offrire il luogo in cui andrò a vivere con la mia famiglia. Sono entusiasta di tornare per una stagione in cui sono convinto che potremo divertirci e toglierci tante soddisfazioni».
Hai quasi sempre giocato in squadre che puntavano al vertice. È anche per questo che hai accettato l’offerta dell’Orlandina Basket?
«Dalle parole che ho scambiato con il GM e con il coach l’ambizione è quella di fare il meglio possibile. Tra dire di vincere e farlo, però, ce ne passa, ma avere tutta questa voglia di fare bene che mi hanno trasmesso Peppe Sindoni e Marco Sodini è quello che desideravo a questo punto della mia carriera. Sono contentissimo di essere tornato a Capo d’Orlando».
A proposito di coach Sodini: quest’Orlandina è un po’… toscana!
«Con coach Sodini ci eravamo incrociati più volte ma mai nella stessa squadra. Quando ho parlato con lui mi ha trasmesso tante sensazioni positive, la sua voglia e la sua ambizione sono stati dei fattori decisivi per la scelta di ritornare all’Orlandina Basket».
Nelle tue interviste hai sempre detto che si può vincere contro chiunque. Pensi sia simile agli ideali dell’Orlandina Basket?
«Da un piccolo paese come Capo d’Orlando ho appreso tantissimo. La sua voglia di lottare e di primeggiare mi ha sempre affascinato e fin da giovane ho fatto mia questa idea. L’aspirazione di arrivare oltre l’impossibile che ha sempre avuto il presidente Sindoni è stata un’ispirazione per me. Questa cosa mi è rimasta dentro. Penso che questa combattività è una grande caratteristica di Capo d’Orlando, è una cosa il paese non deve mai perdere. Mi ricordo tifosi calorosi e, tornando a questa voglia di sfidare l’impossibile, darò tutto quello che ho per rendere orgogliosa la gente di Capo d’Orlando».